Prima implora il dialogo con Berlusconi, poi vede anche in Italia il rischio Putin. La volpe e l'uva? Si dirà: ci ha ripensato, ha capito, ha valutato meglio il rischio per la democrazia, e quindi ha cambiato posizione: ben venga.
Ma non è così, non illudetevi: è tutta scena. Veltroni denuncia oggi che il Parlamento è completamente privo di poteri di interlocuzione, trattato dal governo come "una perdita di tempo, una rottura di scatole". Ma se - sempre oggi - gli chiedi di raccogliere le firme per il referendum insieme a Di Pietro contro il Lodo Alfano, risponde che "le riforme si fanno in Parlamento". Un'ipocrisia colossale. Ma chi ci casca più?
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