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giovedì 29 maggio 2008

Conformisti e Voltagabbana al Potere

Conformisti e voltagabbana, uniti nella fede per San Silvio? Verrebbe davvero da pensarlo, se appena notiamo le vistose virate intellettuali di queste settimane dei supporter del Popolo della Libertà Provvisoria.

Edmondo Berselli, su Repubblica, ci mostra "quella del passaggio dal dogma delle privatizzazioni, delle liberalizzazioni e delle "agende Giavazzi" al neoprotezionismo, e alla globalizzazione "regolata", simboleggiate probabilmente dalla candidatura del capo dei tassisti romani e dalla cordata nazionalista per l'Alitalia".

Marco Travaglio è ancora più tagliente su "l'abolizione dell'ICI. Che peraltro, per le case più modeste, era stata già abolita prima. Ma quelli che l'avevano abolita non ce lo avevano nemmeno raccontato, perché non sapevano comunicare. Bene, adesso l'hanno abolita anche per i ricchi e dicono di voler fare il federalismo fiscale. In realtà non c'è tassa più federale di una tassa comunale come l'ICI... era il polmone che finanziava i comuni. I federalisti l'hanno cancellata e adesso ci diranno che vivremo tutti in un mondo migliore perché risparmieremo tutti un sacco di soldi."

Tema di discussione: come mai il Potere fa regolarmente questi effetti? Come mai chi prima reclamava liberismo poi si scopre protezionista, come mai chi prima tuonava per il federalismo poi taglia i fondi ai Comuni? E come mai sempre meno cittadini hanno voglia di discutere di queste forme di corruzione mentale, pur di tenersi in saccoccia gli euro dell'ICI?

Ps: e questo beneficio per la saccoccia lo vedremo: prosegue infatti Travaglio "se sparisce l'ICI si aprono voragini nei bilanci dei comuni. Il governo ha già detto che rimborserà i comuni dei mancati introiti dell'ICI e che cosa farà? Aumenterà altre tasse per ripianare. Cioè, non pagheremo più una tassa che si chiama ICI, ma ne pagheremo un'altra che si chiamerà "rimborso dell'ICI". Al comune di Palermo, in questi giorni, hanno circa raddoppiato l'IRPEF e il comune di Palermo è una delle avanguardie di questo nuovo modo di fare il federalismo fiscale fregando la gente."

domenica 25 maggio 2008

Prescritti contro proscritti



Pensavate che si prescrivessero solo i reati di Berlusconi (e Andreotti)? Pensavate che si prescrivessero solo le sentenze della Corte Costituzionale sgradite alla Corte di Arcore, e subito corrette da leggi salva-rete4 sia dalla destra che dalla sinistra?
Sbagliate, antiberlusconiani che non siete altro!
In Italia si prescrivono un sacco di cose: anche i risultati dei referendum. Avevamo fatto un referendum per la legge elettorale nel 1993? Prescritto, sostituito dalla porcata di Calderoli senza batter ciglio. Avevamo fatto un referendum per dire no al nucleare nel 1985? Prescritto anche quello, ci informa il "governo del fare" (orrore).

A questo punto, non resta che fare di necessità virtù e aspettare che finisca in prescrizione anche questa classe politica. Ma è più probabile che la classe politica dichiari prescritta (e proscritta) la democrazia.

sabato 24 maggio 2008

Le radici hobbesiane dell'Europa




Don Luigi Ciotti, intervenendo sul c.d. "pacchetto sicurezza", descrive con un immagine efficace lo stato della nostra società in declino:

E' come se ci sentissimo tutti su una nave in balia delle onde, e sapendo che il numero delle scialuppe è limitato, il rischio di affondare ci fa percepire il nostro prossimo come un concorrente, uno che potrebbe salvarsi al nostro posto.
La reazione è allora di scacciare dalla nave quelli considerati "di troppo", e pazienza se sono quasi sempre i più vulnerabili.
La logica del capro espiatorio – alimentata anche da un uso irresponsabile di parole e immagini, da un'informazione a volte pronta a fomentare odi e paure – funziona così. Ci si accanisce su chi sta sotto di noi, su chi è più indifeso, senza capire che questa è una logica suicida che potrebbe trasformare noi stessi un giorno in vittime.

Come in "Cecità", indimenticabile romanzo di Josè Saramago, la paura della propria debolezza porta ad accanirsi sull'altro nella speranza vana di salvare se stessi.
Se si pensa che quelli che si sono inventati il reato
di immigrazione clandestina e quello di accattonaggio sono gli stessi che (a chiacchiere) vogliono costituzionalizzare le radici cristiane dell'europa, viene da sorridere.
Forse, intendono "radici hobbesiane dell'Europa"!


Ps: il principale leader dello schieramento all'opposizione-ombra (Walter Veltroni, per i posteri) e il suo collega Baffino (e qui conviene che i posteri non lo sentano nemmeno nominare, mai) hanno addirittura alzato un sopracciglio per l'introduzione del reato di immigrazione clandestina e quello di accattonaggio. Non parimenti attenti agli ultimi quando uno dei loro, il famoso assessore fiorentino Cioni, aveva deliberato guerra senza quartiere nientepocodimenoche... ai
lavavetri!

giovedì 22 maggio 2008

Il Belpaese delle sciocchezze e della disinformatjia

Diceva Ludwig Wittgenstein che "se gli uomini non commettessero talvolta delle sciocchezze, non accadrebbe assolutamente nulla di intelligente".
Ovviamente,
Wittgenstein non conosceva l'Italia di questi anni, che fa eccezione ala regola: sciocchezze tante, ma intelligenze al di sotto del minimo sindacale.

Come in tutte le società malate, anche la nostra cerca capri espiatori su cui accanirsi. Le televisioni indicano da anni i clandestini come la radice del male, e alla fine anche i cittadini se ne sono convinti. Tanto che l'introduzione del reato di immigrazione clandestina non scandalizza più di tanto, salvo i soliti "intellettuali dei miei stivali" come li definiva Craxi.

Tito Boeri, ieri su Repubblica, esordiva così: "
In paesi come la Spagna, che ha ricevuto negli ultimi 6 anni, 4 milioni di immigrati, giornali e televisione non riportano mai la nazionalità di chi commette reati. Si pubblicano solo statistiche complessive che permettono a tutti di farsi un´idea precisa dell´incidenza della criminalità fra gli immigrati, andando al di là dei singoli episodi. Da noi si fa esattamente l´opposto. Ci sono pochi dati e molta disinformazione."

Da noi, Paese che vanta la media di quattro stupri al giorno, negli ultimi tempi giornali e tv si sono occupati maniacalmente di un solo stupro, guarda caso ad opera di un immigrato, guarda caso a Roma proprio una settimana prima del ballottaggio che ha poi visto prevalere Alemanno. Da allora è passato un mese, quindi più di un centinaio di donne sono state stuprate nel Belpaese. Qualcuno ne ha sentito parlare?


A proposito di sciocchezze e di disinformazione, martedì 20 maggio su l'Unità è apparso un bellissimo articolo di Antonio Tabucchi (che vive in Portogallo, per confermare l'eccezione a Wittgenstein) intitolato "I fatti e i veleni". Al suo interno, fa un interessante rievocazione storica di cui riporto il testo: "
Un’università americana ha acquistato una parte dell’archivio di Beria e ha pubblicato quest’inverno il carteggio e le conversazioni fra Beria e Stalin. Stalin non corrisponde affatto al cliché del rozzo villico che ci resta di lui. Era un quasi-intellettuale (aveva scritto perfino un trattato di linguistica) e il suo tormentone erano gli intellettuali, le persone che fanno pensare gli altri. C’è un momento in cui il suo speciale tormentone è Mandel’stam (entrambi parlavano il russo ma evidentemente le loro lingue non coincidevano), e nelle conversazioni con Beria la domanda quasi ossessiva è questa: «Beria, Mandel’stam è davvero un bravo scrittore?». Curiosamente Beria difende Mandel’stam e risponde sempre che non solo è un bravo scrittore ma anche un bravo compagno. Finché un giorno Stalin perde la pazienza e dice testualmente che non gliene frega niente se sia un bravo compagno, vuole sapere solo se è davvero un bravo scrittore. Dopo questa precisa richiesta qualcosa succede a Mandel’stam. Nel successivo interrogatorio cui è sottoposto dalla polizia di Beria, il funzionario lo accusa di aver scritto una frase (o un verso) sovversivi. Mandel’stam risponde che non l’ha mai scritto. La replica del poliziotto: “Anche se non l’hai mai scritto era quello che volevi far pensare al popolo”."

Il popolo, il popolo. Se il popolo ragionasse con la propria testa, e parlasse con la propria voce, invece che con quella di Stalin o qualche imbonitore tv (Tabucchi ce l'ha con D'Avanzo per la polemica su Travaglio, ma la persecuzione delle intenzioni è evidentissima, se ci pensate, anche per il reato di clandestinità: tu non hai commesso nessun reato, ma se sei qui sei sicuramente malintenzionato) ci sarebbe almeno qualche speranza...

martedì 20 maggio 2008

Vigilanza: promoveatur ut amoveatur?


Bisogna andarci piano con le parole.

Dicono che due anni fa, il neo governatore Draghi fece una chiara affermazione davanti ai colleghi della Vigilanza: "
Con il loro comportamento nei casi Lodi e Unipol, Clemente e Castaldi hanno salvato la Banca d'Italia".

Pensate se poi non li avesse tenuti entrambi a bagnomaria per due anni, pensate se ne avesse chiamato uno ai vertici dell'Area Vigilanza, invece di applicare il classico principio del
promoveatur ut amoveatur (e uno solo dei due: l'altro, seppur con incarico prestigioso, non è stato nemmeno promosso).

Il rischio palpabile, se così fosse andata, era che qualunque prossimo Capo Servizio della Vigilanza che si trovasse in una situazione analoga a quella di Clemente e Castaldi dell'estate 2005, non avrebbe l'ombra del dubbio sul da farsi: avrebbe fatto il suo dovere.

Così, invece, gli si porrà un'alternativa secca: salvo la Banca d'Italia o salvo me stesso (e il mio futuro in Vigilanza)?

Ai posteri l'ardua sentenza.

lunedì 19 maggio 2008

Beata innocenza



da l'Unità del 19 maggio 2008

Magistratura senza testa

Si è dimesso Luerti, Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati. Ne avete sentito parlare dai Tg? Vi hanno spiegato perché? No? Che strano. Ci aiuta a saperne di più aprileonline.info:

"Luerti, che ha all'attivo una recente esperienza da gip a Milano ma anche un passato nella procura di Catanzaro, è membro di Comunione e Liberazione. Sulle sue frequentazioni, ai tempi di Catanzaro circa dieci anni fa, con l'imprenditore e presidente della Compagnia delle Opere calabrese Antonio Saladino - indicato da De Magistris nell'inchiesta Why Not come il vertice di affari illeciti e fondi europei "distratti"- il diretto interessato aveva sempre minimizzato, riferendo che non si sentivano da tempo.

Circostanze, comunque, che all'interno dell'Anm, ed in particolare di Magistratura Democratica e Movimento per la giustizia, avevano da mesi aperto un dibattito interno e scatenato diversi malumori, parallelamente ad altri brontolii legati al "voto d'obbedienza" nei confronti del gruppo dei Memores Domini di Comunione e Liberazione di cui Luerti fa parte, per molti incompatibile con una carica pubblica che necessita la massima indipendenza e che fa voto soltanto alla Costituzione. Ciononostante, tutte le correnti della magistratura associata hanno sempre dimostrato una posizione di amicizia e difesa, anche per non frammentare l'unità del terzo potere nei confronti dell'avvicinarsi di una nuova stagione politica e del cambio al vertice di Via Arenula.

Ma poi, una settimana fa, il presidente dell'Anm finisce nell'occhio del ciclone per una notizia svelata dall'Espresso. E' Marco Travaglio a raccontarla: secondo l'agenda di Saladino messa agli atti dell'inchiesta, i due si sarebbero incontrati il 25 ottobre 2006 al ministero della Giustizia in via Arenula. Seduti al tavolo insieme a Luerti e Saladino, stando alle carte di Why Not c'erano anche Ferlini (numero due della Compagnia delle Opere) e il padrone di casa: l'allora ministro della giustizia Clemente Mastella. Letta la notizia, i malumori e i borbottii all'interno dell'Anm si trasformano in "sconcerto", come rivelano i magistrati. Scoppia il "caso Luerti", e al magistrato si presenta una doppia opzione: smentire l'incontro o dimettersi. Ma l'incontro c'è stato."

Ecco una possibile risposta che molti cercavano ad un'altra domanda: perché De Magistris è stato lasciato solo dall'Associazione Nazionale Magistrati?

domenica 18 maggio 2008

Marco Travaglio in diretta su Passaparole alle 14

passaparola

La svolta verde (speranza) in Bankitalia

Arrivano segnalazioni sui consueti articoli della claque della "nuova" dirigenza della Banca d'Italia, ben disseminati nei maggiori quotidiani (Corriere, Sole 24 Ore, Repubblica).
Stavolta il pretesto è la presunta "svolta verde in Banca d'Italia".
Non so in cosa consista, dal momento che non c'è verde che tenga senza raccolta differenziata. E nei cestini della Banca si ammonticchiano, oggi come ieri, carte, bicchieri e bottiglie di plastica, lattine di Coca (cola), chewin-gum, penne consunte e ogni altro materiale di scarto.
Ci sarà pure stata una svolta verde. Ma per il momento, di verde c'è solo la speranza.

Anna dei miracoli


Giannelli, Corriere della Sera del 14 maggio 2008

Sullo stesso tema, due giorni prima su Repubblica la mitica ElleKappa:
"Andiamoci piano con la democrazia - Potrebbe minare il dialogo."

Paolo Borsellino, uomo onesto



Lezione sulla mafia tenuta da Paolo Borsellino il 29 gennaio 1989 a Bassano del Grappa:

"L'
equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice "quel politico era vicino al mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto".
E no!! Questo discorso non va!
Perché
la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire "Beh, ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi ma io non ho la certezza giuridica,giudiziale, che mi consente di dire quest'uomo è mafioso".
Però siccome dalle indagini sono [comunque] emersi tanti fatti, altri organi, altri poteri, cioè i politici, cioè le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, cioè i consigli comunali o quello che sia dovevano
trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile per la gestione della cosa pubblica.
Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza e si è detto "
questo politico non è mai stato condannato quindi è un uomo onesto".
Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci gente che è disonesta ma non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarlo però c'è il grosso sospetto che dovrebbe quantomeno indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, a
non soltanto essere onesti ma apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituiscono reato?".

sabato 17 maggio 2008

Marco Travaglio su www.beppegrillo.it

Dal blog www.beppegrillo.it:

Il blog ha una nuova voce. Marco Travaglio parlerà in diretta streaming ogni settimana il lunedì alle ore 14. Chiunque potrà trasmetterlo in diretta dal suo blog seguendo le istruzioni. Uno, mille, diecimila blog per una libera informazione. Passaparola.

passaparola

Goldman Express

da "dagospia" del 16.5.2008

“ESPRESSO” AL CIANURO PER MARIO DRAGHI…

È molto probabile che quando all’alba il Governatore ha letto le 9 righe pubblicate a pag.15 dal settimanale di Carlo De Benedetti, abbia fatto un salto sulla sedia perché nel testo c’è una dose di cianuro che lo costringerà a una precisazione. Nell’articoletto si legge testualmente che nel 2005 il Governatore “ha pagato 24 euro di tasse su un imponibile di 162, derivante da rendite da fabbricati”. Basta questo incipit per alzare le sopracciglia e chiedersi come sia possibile denunciare 24 euro di tasse per fabbricati che probabilmente sono simili ai cartoni dei nomadi della periferia romana.
Ma non basta perché l’”Espresso” dopo aver accennato alla possibilità che Draghi abbia presentato la sua dichiarazione in un altro stato poiché all’epoca era vicepresidente di Goldman Sachs, aggiunge un’altra dose di arsenico da ammazzare un elefante riportando l’avvertenza della Cassazione tributaria in cui si legge testualmente: “La doppia residenza e il deposito di risparmi all’estero non sono sufficienti a escludere l’obbligo di pagare le tasse in Italia, qualora l’Italia sia rimasto il luogo ove esistono i legami familiari del contribuente”.
Urge precisazione ufficiale.