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domenica 29 giugno 2008

Il Re (Magnaccia) è nudo!



Ascolta l'audio delle dichiarazioni di Di Pietro!

Le verginelle del Corriere, della Stampa e del Messaggero, del Tg1 e del Tg3 sono arrossite dalla vergogna. Magnaccia al capo del governo? Non si può dire, anche se è vero. Quindi, giri di parole a non finire e - nel titolo di testa dei tre quotidiani, ampiamente accompagnati - non c'è: "Di Pietro: 'Berlusconi fa il magnaccia'". C'è invece: "Di Pietro insulta Berlusconi" e nel titolo del Tg3: "Bufera su Di Pietro".


Il rovesciamento della realtà da parte del giornalismo italiano (bene illustrato da Travaglio nel libro "La scomparsa dei fatti") sta raggiungendo vette epiche. Il problema è Di Pietro, mica 'il Magnaccia'.

Peccato che quando Berlusconi, pochi giorni fa, ha urlato che la Magistratura è "un cancro" e "una metastasi per la democrazia", nessuno abbia scritto "Berlusconi insulta la magistratura", nessuno abbia titolato "Bufera su Berlusconi".

Poi ci si stupisce che Al Tappone vince le elezioni e che i sondaggi mostrino consensi in crescita. La distorsione dei messaggi all'opinione pubblica è fondamentale. Berlusconi lo sa bene, e sa che ha ancora margini per aumentare i consensi.
Salvo che si cominci a dire - come fa bene Di Pietro - che "il re è nudo"...

Al Tappone Horror Picture Show



dal Financial Times:

OH NO, ANCORA!
Silvio Berlusconi è al potere in Italia da quasi 50 giorni. Vedere il suo nuovo governo in azione è un po’ come sedersi a guardare ancora una volta un vecchio brutto film. Quando il leader di Forza Italia governò l’Italia dal 2001 al 2006, investì troppo tempo a legiferare per proteggere se stesso dalle inchieste e troppo poco per riformare la stagnante economia italiana. Ovviamente è troppo presto per esprimere giudizi netti. Ma l’ultima uscita di Berlusconi al governo ha già i tratti di un nuovo show dell’orrore.

Ancora una volta il 71enne premier investe molta della sua energia politica a legiferare per proteggersi dagli inquirenti italiani. Vuole passare una legge che sospenderebbe per un anno la maggior parte di casi giudiziari i cui reati comportano più di dieci anni di condanna. Se questa legge passasse farebbe naufragare un processo fissato per il prossimo mese nel quale Berlusconi è accusato di aver pagato 600.000 dollari al suo avvocato britannico David Mills. L’opposizione – non c’è bisogno di dirlo - l’ha ribattezzata “legge salva premier”.

Berlusconi non si ferma qui. Sta anche cercando di introdurre una legge che darebbe immunità dalle inchieste giudiziarie alle più alte cariche dello Stato, incluso lui stesso.
Una legge siffatta sarebbe impensabile nella maggior parte dei paesi occidentali ed era stata ritenuta incostituzionale dalla Corte Costituzionale italiana l’ultima volta che Berlusconi cercò di introdurla nel 2004. Ora che Berlusconi è tornato al governo ci riprova.

Tutto ciò sarebbe di modesto interesse se Berlusconi spendesse la stessa energia per riformare la stagnante economia italiana. Ma pure su questo fronte i timori crescono. L’ultima volta che era al potere, uno dei peggiori errori fu di lasciare che il deficit e il livelli del debito uscissero fuori controllo. Ci si domanda se stiamo per assistere allo stesso scenario.


Il governo Berlusconi la scorsa settimana ha introdotto un piano finanziario che vedrà crescere il rapporto deficit pubblico/pil dall’1.9% del 2007 al 2,5% nel 2008. Un aumento che potrebbe essere giustificato dalla scarsa crescita economica, ma ancora non si vedono segnali che questo governo voglia mantenere una stretta sulla spesa pubblica.


Per il bene dell’Italia le cose devono migliorare da qui. Il paese ha uno dei tassi di crescita più lenti dell’eurozona. Ha bisogno di un’azione di governo seria e responsabile per far ripartire l’economia. Mercoledì scorso Berlusconi ha detto che i pm italiani l’hanno sottoposto ad un interminabile “calvario”. Ma l’unico calvario di questa vicenda è quello patito dall’Italia, che necessita di un drastico cambiamento del suo destino politico ed economico.

Copyright The Financial Times Limited 2008

(27 giugno 2008)

sabato 28 giugno 2008

Clementina, facci sognare!



Il CSM ha assolto Clementina Forleo da ogni addebito disciplinare per la richiesta di utilizzo delle intercettazioni di D'Alema-Fassino-La Torre e 3 di Forza Italia con i furbetti del quartierino. Un anno per seppellire la manovra a tenaglia della Casta che non può consentire che una persona libera come la Forleo faccia il lavoro che fa. Infatti, l'hanno tenuta impegnata per un anno a difendersi dalle accuse di "uso abnorme del potere del GIP".
Ha vinto lei, ma intanto "loro" hanno tenuto sotto scacco per un anno un magistrato non teleguidato.

E' però il caso di rallegrarci della conclusione della vicenda. Per far capire come tutto fosse già chiarissimo un anno fa, riporto uno stralcio di un articolo di Marco Travaglio del 25 luglio 2007.

"Sul caso Unipol-Bnl-Ds, che qualche furbetto seguita a chiamare “caso Forleo” (inesistente), si continua a raccontare un sacco di frottole. Si favoleggia che la gip Clementina Forleo si sia spinta al di fuori delle propria orbita, “anticipando una sentenza di condanna”. Ma, che almeno due dei tre esponenti Ds sorpresi al telefono con Giovanni Consorte non siano stati semplici “tifosi” della scalata Unipol alla Bnl, ma ben di più e di peggio, non lo dice solo la Forleo: lo dicono anzitutto gli stessi D’Alema e Latorre al telefono con Consorte.

Il 6 luglio 2006 Consorte ha il problema di accordarsi con il socio forte di Bnl, Francesco Gaetano Caltagirone, editore, costruttore, suocero di Casini e capofila dei “contropattisti” Ricucci, Coppola, Lonati, Statuto e Bonsignore. E dice a Latorre: “L'ingegnere (Caltagirone, ndr) e i suoi accoliti si sono defilati [...]. Io domani ho l'incontro con loro alle sei, alle otto ti chiamo e ti dico come va a finire”. Latorre, che in teoria sarebbe un parlamentare Ds e non un uomo d’affari, propone: “Ma che deve fare una telefonata Massimo (D'Alema, ndr) all'ingegnere (Caltagirone, ndr)?”. Consorte: “È meglio che Massimo fa una telefonata. Perché a questo punto se le cose non vengono fatte, si sa per colpa di chi”. L’indomani, puntualmente, Caltagirone e i contropattisti si accordano con Unipol. Missione compiuta. E’ “tifo” questo? E’ “informarsi”? O è partecipare a una scalata che i magistrati ritengono illecita (“disegno criminoso”), in quanto occulta, compiuta prima del lancio dell’Opa?

Qualche giorno dopo, 14 luglio 2005, D’Alema riparla con Consorte: “Ho parlato con Bonsignore, che dice cosa deve fare, uscire o restare un anno… Se vi serve resta (azionista della Bnl, ndr)… Evidentemente è interessato a latere in un tavolo politico”. Consorte: “Chiaro, nessuno fa niente per niente”. Ecco: trattare pacchetti azionari con un socio della Bnl come Vito Bonsignore, fra l’altro eurodeputato dell’Udc e pregiudicato per corruzione, in cambio di misteriosi e finora inspiegati “tavoli politici a latere” che cos’è? Tifare, informarsi, o partecipare – in palese conflitto d’interessi tra politica e affari - a una scalata che i giudici ritengono illegale in quanto occulta, compiuta prima del lancio dell’Opa?"

Il Decreto INSICUREZZA




In Senato la maggioranza ha approvato il decreto legge sulla sicurezza. O meglio, sull'insicurezza.


Stabilisce che sono
sospesi per un anno i processi per reati che prevedano una pena inferiore ai dieci anni, compiuti prima del giugno 2002.
E' utile ricordare l'elenco dei reati che vengono considerati di minore allarme sociale.
Sequestro di persona art. 605 c.p.
Estorsione art.629 c.p.

Rapina art.628 c.p.
Furto in appartamento art. 624 bis
Furto con strappo

Associazione per delinquere art. 416 c.p.
Stupro e violenza sessuale art. 609 bis c.p.
Aborto clandestino
Bancarotta fraudolenta
Sfruttamento della prostituzione
Frodi fiscali
Usura
Violenza privata
Falsificazione di documenti pubblici

Detenzione di documenti falsi validi per l'espatrio
Corruzione
Corruzione in atti giudiziari
Abuso d'ufficio

Peculato

Rivelazione di segreto d'ufficio

Intercettazioni illecite

Reati informatici
Ricettazione
Vendita di prodotti con marchi contraffatti
Vendita di prodotti in violazione del diritto d'autore
Detenzione di materiale pedo-pornografico

Porto e detenzione abusiva di armi anche clandestine

Immigrazione clandestina ( art.12 c.1 l. 286\1998)
Calunnia ( 368 c.p.)
Omicidio colposo per colpa medica
Omicidio colposo con violazione delle norme sulla circolazione stradale
Truffa comunitaria
Maltrattamenti in famiglia
Incendio e incendio boschivo

Molestie

Traffico di rifiuti

Adulterazione di sostanze alimentari

Somministrazione di medicinali pericolosi

Circonvenzione di incapaci (gli elettori di Al Tappone, n.d.r.)


Il provvedimento permette di sospendere il
processo Mills in cui il presidente del consiglio è imputato di corruzione in atti giudiziari. Infilato in mezzo a centomila processi sospesi, chi se ne accorgerà? Analogamente, due anni fa con l'indulto furono tirati fuori di prigione 40.000 delinquenti, e in mezzo a loro Cesare Previti e Furbetti del Quartierino. La strategia è sempre quella di far danni enormi, al punto che poi il caso singolo diventa secondario, e chi ne parla passa per un ossessionato. Peccato sia l'unica ragione del provvedimento.

Tutte le sospensioni dovranno essere notificate, e così tutte le relative riaperture, se ci saranno. Con oneri altissimi. Poiché in un anno molti magistrati cambieranno posto o sede, i loro processi dovranno ripartire da capo. Decine di migliaia di parti lese non avranno giustizia.

L'8 luglio chi è a Roma DEVE andare in Piazza del Pantheon alle 18 per dire NO ALLE LEGGI VERGOGNA, NO AL LODO-DOLO BERLUSCONI!

Perché non si può restare a guardare

da beppegrillo.it

Sono più di
tre anni che batto i polpastrelli sulla tastiera di un pc. Ho scritto migliaia di post. Ricevuto due milioni di commenti. Pubblicato libri di denuncia. Ho fatto insieme a voi cento battaglie: dalla riapertura della birreria Pedavena, alla cacciata del Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, dall’omicidio di Federico Aldrovandi all’aiuto di una mamma senza lavoro con una bimba disabile. Sono andato a Bruxelles per denunciare il nostro Parlamento pieno di condannati e una legge incostituzionale che non ci permette di scegliere il candidato. A Strasburgo ho chiesto alla Comunità Europea di non mandare più fondi alle mafie. Ho organizzato due V-day insieme a gente meravigliosa per un Parlamento senza condannati e una libera informazione in un libero Stato. 74.000 persone dei Meetup in 364 città seguono e sviluppano le idee del blog sulla giustizia, la pubblica amministrazione, l’ambiente, l’energia. Ho portato 350.000 firme al Senato per la legge popolare per eliminare dal Parlamento i condannati. Chiederò di presentarla al Senato in una pubblica seduta. Sto ricevendo le vostre firme per il referendum per una libera informazione e l’abolizione della legge Gasparri. Le consegnerò alla Corte di Cassazione in luglio. Ho lanciato le liste civiche perché VOI vi riappropriate dei vostri comuni al posto di politici corrotti e incompetenti. Sono andato all’assemblea Telecom a difendere i piccoli azionisti che si sono visti cancellare il loro capitale dai Tronchetti e dai Buora.
In cambio i politici e i media hanno cercato di distruggere la mia immagine. Grasso, ricco, becero, ignorante, populista, qualunquista, ma anche fascista o costola dell’estrema sinistra. Mio fratello ha catalogato almeno cinquecento diversi insulti riferiti a Beppe Grillo.
Chiunque al mio posto si chiederebbe chi glielo fa fare. Non i soldi. Guadagnerei dieci volte di più facendo la pubblicità a un formaggino. Non la serenità. Neppure gli affetti. Molti dei miei amici non mi chiamano più, non si fanno più vedere. In famiglia mi avvertono che qualcuno me la farà pagare e che dovrei pensare di più alla incolumità dei miei figli. Le citazioni sono parte della mia vita. I miei avvocati lavorano almeno su tre processi alla volta per denunce contro di me. In fondo sto per compiere i sessant’anni. Belin, lo so che ne dimostro venti di meno, ma purtroppo è così. Ho lavorato da quando ne avevo venti. Potrei rimanere tranquillo e godermi la vita che mi rimane. Lo penso spesso. Poi guardo Ciro che ha solo 7 anni e capisco che non ho scelta. Non posso stare a guardare mentre il mio Paese sprofonda. Cosa direbbero domani i miei figli del loro padre?

giovedì 26 giugno 2008

Al Tappone fischiato dai Confesercenti!



GUARDA IL VIDEO!

Cominciò così anche per Prodi, ricordate? Cominciò a prendere fischi a destra e manca, quando la gente s'accorse che invece di applicare il programma per cui era stato eletto, faceva altro: aumentava le tasse al ceto medio, metteva i delinquenti in libertà con l'indulto extralarge per i colletti bianchi ecc.

Forse finirà così anche Al Tappone, se solo la gente s'accorgesse che le tasse non caleranno nemmeno un po', che la scuola andrà a scatafascio e che l'unico vero programma di governo è SALVARE RETE4 DAL SATELLITE e SALVARE AL TAPPONE DALLA GALERA.

Passate parola!

mercoledì 25 giugno 2008

MA CHE SI SONO MESSI IN TESTA?




PS: si nota anche in questa occasione la clamorosa differenza tra la classe politica di centrodestra e quella di centrosinistra. CVD.

martedì 24 giugno 2008

Le magnifiche sorti e progressive


Il PDsenzaL sta dando alla legislatura la svolta che in pochi aspettavano.

Il CSM si apprestava a fornire il parere sulla legge blocca-processi-salva-Berlusconi, come è prassi su qualunque legge riguardi la materia giudiziaria: un parere semplice e condiviso da studiosi della materia spesso assai prudenti nei giudizi (Vittorio Grevi sul Corriere, ad esempio): INCOSTITUZIONALE.
Arriva Giorgio Napolitano (PDsenzaL, Presidente Dellarepubblicadellebanane) che richiama all'ordine Mancino, vicepresidente CSM e lo convince a smussare,rimandare e smentire pareri. Una scena indecorosa, ma era solo la prima.

Si vota poi per l'autorizzazione all'arresto per tale Di Girolamo(PDL): il PDsenzaL vota compatto CONTRO l'autorizzazione all'arresto.
E due.

Allora arriva il Lodo Schifani, e Annuzza Finocchiaro, forte del nuovo record minimo di voti del PDsenzaL in Sicilia, si affretta a dichiarare: "Non avrei nessuna pregiudiziale". Anzi: tappeti rossi all'immunità ad Al Tappone, Testa D'Asfalto o comediavolo volete chiamare la Tessera P2 n. 1816.
E tre.

Persino Di Pietro, nel suo piccolo, s'incazza: per le leggi del PDL e per la non opposizione del PDsenzaL. Ma subito interviene Antonello Soro (capogruppo alla camera del PDsenzaL): "Anche se condannato, Berlusconi (Al Tappone, n.d.r.) potrebbe governare tranquillamente: gli italiani hanno scelto Berlusconi e quindi è giusto che lui governi per i prossimi anni".
E quattro: il Poker Dell'Inciucio.

Domanda: gli elettori del PDsenzaL si sono bevuti il cervello, o piano piano, senza soverchi sforzi, visto che mancano cinque anni alle prossime elezioni, possono ricominciare a ragionare sulla realtà italiana?

sabato 21 giugno 2008

Toghe rosse a Manhattan

clicca su PLAY


www.micromega.net

di Furio Colombo

Le toghe rosse si scatenano a Manhattan: arrestano in un giorno solo (14 giugno) 62 personaggi fra i più celebri di Wall Street. Presidenti, amministratori delegati, noti e influenti membri di consigli di amministrazione delle più rinomate aziende e banche di Wall Street sono stati portati via in manette (le manette!! le manette!!! n.d.r.) da squadre di agenti federali, passando fra due ali di operatori di Borsa stupiti. Altri 350 dirigenti del mercato finanziario più importante del mondo hanno ricevuto un avviso di reato che comporta, per arrestati e non arrestati, la condanna a pene molto pesanti.
Come si sa, negli Usa gli anni di prigione si scontano. L’accusa per tutti è truffa, “insider trading” (dare e ricevere informazioni che cambiano l’andamento della Borsa, ingannano gli investitori, provocano illecito arricchimento). I p.m. americani (U.S. district attorneys) dicono di agire in nome della giustizia e su richiesta del governo americano. Ma giudicando da ciò che dicono in Italia il ministro della Giustizia Alfano, e il primo ministro, l’imputato Silvio Berlusconi, è chiaro che la piaga delle toghe rosse, ovvero la mania persecutoria dei giudici contro bravi e fortunati imprenditori che vogliono solo arricchirsi, ha contagiato la magistratura americana, che non è fermata e respinta da iniziative democratiche come il Lodo Schifani e la legge sulle intercettazioni. Tutti gli imputati e gli arrestati di Wall Street erano intercettati da mesi.

L’America è rozza. Crede ancora che i tre poteri, indipendenti l’uno dall’altro, siano i pilastri della democrazia. E che il potere giudiziario possa agire secondo la legge e la gravità delle malefatte, e senza riguardo alla affiliazione politica.
Gli arrestati, ci informa la stampa americana, sono tutti repubblicani conservatori e vicini a Bush.
(negli USA nessuno ha parlato di complotto, di sovversione della democrazia, ecc. n.d.r.)

Gli abbagli del "giovane" Walter

“Noi non ripeteremo l’errore dell’anti-berlusconismo che si è rilevato un rimedio peggiore del male”.
Walter Veltroni, aprendo l’assemblea nazionale del Pd. Fiera di Roma, 20 giugno





Berlusconi: "Denuncerò la magistratura che vuole sovvertire la democrazia", e annuncia per la prossima settimana una conferenza stampa nella quale denuncerà "iniziative di pm e giudici che, infiltrandosi nel potere giudiziario, vogliono sovvertire il voto" -
Roma, 20 giugno




venerdì 20 giugno 2008

Unfit al modello Finocchiaro

Furio Colombo (www.micromega.net):
Sicilia. Gli elettori di sinistra si sono finalmente fatti sentire. Nessuno è andato a votare, dando una prova straordinaria di compattezza e disciplina. Finalmente non una crepa, non un dissenso nel voto di sinistra siciliano. Ascoltati gli interventi e le vigorose prese di posizione nazionali, visti i nomi dei candidati esibiti in Sicilia, decisione unanime: a casa. Dice Rita Borsellino: “Alla gente qui non interessa più nulla. Prevale la sfiducia, la consapevolezza che nulla potrà cambiare fin quando i partiti resteranno così lontani e incapaci di ascoltare”. (La Repubblica, 17 giugno.)

Modulo prestampato


Il bravissimo Riccardo Orioles mi manda questo utilissimo Modulo prestampato, che sottopongo all'attenzione di tutti


Il Presidente della (Repubblica/ Camera/ Regione/ altro/), nell'esprimere la Sua commossa partecipazione alle famiglie dei (tre/ quattro/ cinque/ sei/ altro/) onesti lavoratori testé drammaticamente deceduti, esprime l'auspicio che simili (drammatici/ tragici/ intollerabili/ altro/) episodi non abbiano a ripetersi mai più e che il Governo, le Istituzioni e le Forze Politiche e Sociali senza distinzioni di schieramento e di ruolo si attivino improrogabilmente per porre finalmente termine a questa situazione indegna di un Paese civile.

mercoledì 18 giugno 2008

Peppino Basile. Un-fit al modello Fitto


da repubblica.it

"Come al solito con questo provvedimento volete dare le consulenze agli amici e agli amici degli amici. Ma questa volta non ve la faccio passare. La delibera è illegittima. Mi denunciate perché dico queste cose? Allora io mando le carte al prefetto e vediamo chi ha ragione". Così parlava quattro giorno fa, 11 giugno, Peppino Basile nel corso dell'ultimo consiglio comunale. Così parlava da trent'anni, da quando aveva cominciato a fare politica, prima nel Movimento sociale e poi nell'Italia dei valori, da consigliere comunale a Ugento e da un paio d'anni anche da consigliere provinciale a Lecce.


Le sue parole sono appese ancora lì, accanto alle fotografie della campagna elettorale (era il sesto nella lista alla Camera dell'Italia dei Valori), sulle finestre del suo comitato elettorale in via Messapica. "La vostra fiducia - diceva ai suoi cittadini - mi consente di continuare quell'impegno senza sosta a tutela e difesa dei vostri interessi, da sistemi fondati sul clientelismo e favoritismo che noi tutti conosciamo al fine di garantire legalità, trasparenza e diritti per tutti".

"Peppino era il classico rompiscatole" racconta il suo parlamentare di riferimento, Pierfelice Zazzera, appena eletto nelle liste del partito di Di Pietro. "Spulciava le carte, era attento a tutto, non gli sfuggiva niente, impossibile fregarlo". Lo confermano tutti in paese: "Un combattivo. Senza vergogna e senza paura", dice Gianfranco Coppola, poliziotto, suo collega in consiglio comunale dell'Italia dei Valori. "Se c'era una cosa che non gli andava, dove vedeva del marcio, una cosa ingiusta per la città, lui denunciava. Nell'ultimo periodo mi aveva anche detto che voleva lasciare, più che stanco era disilluso. E poi me lo diceva sempre: se vado avanti così, da solo, fino alla fine mi ammazzano".

martedì 17 giugno 2008

E' l'ora di contarci, è l'ora di contare


dal sito www.beppegrillo.it

Lo psiconano
ha dichiarato guerra al Paese. Non perché sia cattivo, ma per necessità. La galera non piace a nessuno. Per questo vuole mandarci i giornalisti e i magistrati al suo posto. Il disegno di legge sulle intercettazioni seppellisce in modo definitivo la (poca) informazione libera esistente in Italia. Non potremo più sapere nulla. Nulla. Unipol, Abu Omar, Santa Rita, la centrale di spionaggio di Telecom, Saccà, Parmalat. I processi, diventeranno segreti di Stato. Lo psiconano impedisce con la galera la pubblicazione di ciò che è pubblico. Non solo delle intercettazioni, che di fatto, vengono eliminate. Infatti, tutti gli atti delle indagini preliminari “anche se non sussiste più il segreto” non possono essere divulgate neppure “in modo parziale o per riassunto”. Nessuna intercettazione sotto i 10 anni di pena, nessuna pubblicazione di atti giudiziari pubblici. Questa è la sicurezza del nuovo Governo. I militari per le strade sono un insulto per le forze di Polizia. Lo scopo non è quello di difendere i cittadini, ma di creare un precedente. I militari potranno essere impiegati per le centrali nucleari, gli inceneritori, le nuove basi americane, la Tav in Val di Susa, il Ponte sullo stretto, per l’abolizione della class action Parmalat. Per proteggere i politici come nelle migliori tradizioni sudamericane.
La legge sulle intercettazioni è la pietra tombale sulla democrazia. Io non ci sto. Una legge, fatta per i fuorilegge, che va chiamata, in modo corretto, legge Silvio Berlusconi.
Il prossimo V-Day sarà dedicato a questa legge. Il V3-day sarà sulla Giustizia. Lancerò un referendum per l’abolizione della legge Berlusconi. Chiunque ci stia, associazioni, movimenti, raggruppamenti politici, è benvenuto. E’ arrivata l’ora di contarci. Non c’è più tempo. V-day, V-day, V-day.


lunedì 16 giugno 2008

Lettera a l'Unità - Arrestateci tutti!


Dopo articolo di Marco di ieri "Arrestateci tutti", che terminava così....
Personalmente, annuncio fin d'ora che continuerò a informare i lettori senza tacere nulla di quel che so. Continuerò a pubblicare, anche testualmente, per riassunto, nel contenuto o come mi gira, atti d'indagine e intercettazioni che riuscirò a procurarmi, come ritengo giusto e doveroso al servizio dei cittadini. Farò disobbedienza civile a questa legge illiberale e liberticida. A costo di finire in galera, di pagare multe, di essere licenziato. Al primo processo che subirò, chiederò al giudice di eccepire dinanzi alla Consulta e alla Corte europea la illegittimità della nuova legge rispetto all'articolo 21 della Costituzione e all'articolo 10 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo e le libertà fondamentali ("Ogni persona ha diritto alla libertà d'espressione. Tale diritto include la libertà d'opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche…", con possibili restrizioni solo in caso di notizie "riservate" o dannose per la sicurezza e la reputazione). Mi auguro che altri colleghi si autodenuncino preventivamente insieme a me e che la Federazione della Stampa, l'Unione Cronisti, l'associazione Articolo21, oltre ai lettori, ci sostengano in questa battaglia di libertà. Disobbedienti per informare. Arrestateci tutti.

... l'Unità pubblica oggi la seguente lettera....
Caro Direttore,
nel ringraziare Marco Travaglio e tutti voi dell'Unità per la coraggiosa battaglia contro l'infame legge "sulle intercettazioni", propongo al governo di estendere le ipotesi di arresto ad una categoria attualmente non contemplata, ma pericolosissima: i lettori.

In applicazione dello spirito della legge, andrebbero infatti arrestati anche quelli che si ostinano a cercare notizie su giornali e internet, che affollano le presentazioni dei libri del suddetto Travaglio e di altri giornalisti, finendo col farsi veicolo loro stessi, nelle conversazioni in famiglia o con gli amici, delle copiose informazioni di cui vengono a conoscenza. Tutte, non c'è nemmeno bisogno di dirlo, coperte da segreto.

E poi, diciamola tutta, non vorremmo proprio separarci dalle nostre fonti di informazione, che per un cittadino degno di tal nome valgono quanto il pane quotidiano. Avremmo sicuramente più notizie da un Travaglio in carcere che da tanti barboncini e maggiordomi spensieratamente accomodati alla direzione dei Tg.

domenica 15 giugno 2008

Referendum per la libertà!


Per saperne di più sulla legge anti-intercettazioni, Marco Travaglio da l'Unità del 14 giugno 2008:

... 1) Se, intercettando uno per un reato, si scopre che ne ha commesso un secondo, l’intercettazione è utilizzabile per il primo, ma non per il secondo (se mi ascoltano per una discarica abusiva e scoprono che ci sciolgo nell’acido i cadaveri, l’intercettazione non può essere usata nel processo per gli omicidi).

2) Le intercettazioni non potranno più essere autorizzate da un gip, ci vorrà un collegio di 3 giudici: una follia che allunga i tempi e intasa i tribunali, oltre a essere insensata (il gip da solo può condannare per omicidio, ma non intercettare).

3) Le intercettazioni non potranno protrarsi per più di 3 mesi (quella alla Santa Rita son durate quasi un anno, scoprendo molti casi e prove per incastrare colpevoli). Norma geniale nelle catture latitanti e nei rapimenti. Sequestrano un bambino? Bisogna sperare che i sequestratori lo liberino entro 3 mesi, perché al novantesimo giorno, caschi il mondo, gli apparecchi di ascolto vengono disattivati. Tempo scaduto. Provenzano latita da 43 anni? Si tengono sotto controllo per anni parenti e amici, nella speranza che prima o poi qualcuno si lasci sfuggire qualcosa o commetta un passo falso. In futuro, grazie al governo della sicurezza, della tolleranza zero e dell’antimafia, bisognerà staccare tutto dopo 3 mesi. E il boss è al sicuro per il resto dei suoi giorni.

Completa il quadro la lista dei reati per cui sarà impossibile intercettare: a parte quelli contro la Pubblica amministrazione (reinseriti su richiesta della Lega in cambio del lodo Schifani-2 per cancellare i processi al premier), tutti quelli puniti con pene inferiori ai 10. Reati minori? Nemmeno per sogno. Reati gravissimi come quelli contro l’ambiente, la salute e la sicurezza sul lavoro; tutti i reati fiscali, dall’evasione alle truffe Iva, dall’aggiotaggio all’ insider trading (intercettabili dal 2006 in base di una legge della Cdl per recepire la direttiva europea sul market abuse, quella che ha consentito la scoperta delle scalate Bnl, Antonveneta ed Rcs); il contrabbando e l’usura, specialità delle mafie; i sequestri di persona semplici, i sequestri di minori, le truffe allo Stato e agli enti pubblici o sui fondi europei; persino le associazioni per delinquere e financo lo spaccio di droga (quello che poi consente, risalendo per li rami, di sgominare i grandi cartelli del narcotraffico). Da qualunque parte la si guardi, è una legge salvacriminali. Inutile «migliorarla». Peggio è, meglio è: referendum, referendum!

sabato 14 giugno 2008

I Draghi, i bambini e le babysitter



Ma che bravo, Draghi! Ma com'è umano, Draghi! Molti colleghi sono ancora sotto ipnosi per aver visto materializzarsi la carezza del Governatore sulla testolina dei loro bambini, alla recente "giornata della mamma che lavora" tenutasi in Banca d'Italia (sorvoliamo ovviamente sulla copiosa richiesta di autografi da parte dei piccoli, indotti da genitori in stato di venerazione).


[La giornata ha avuto certamente dei riscontri positivi: per molti bambini non c'è più l'immagine inquietante del genitore che quando va a lavoro viene risucchiato in un misteriosissimo buco nero. Ci sono sedie reali, tavoli e stanze reali, computer reali e soprattutto colleghi in carne ed ossa. Quando adesso i piccoli parlano della banca, ne parlano come qualcosa di vero, più che se parlassero dell'Isola di Gorm.]

Tornando a Draghi, però, lascia allibiti la logica di immagine pura che ne guida le scelte: appare all'incontro con i figli, fa le foto con i bimbi, firma autografi pure sui palloncini, fa un bel discorsetto sul grande contributo delle mamme che lavorano, e poi?

Poi gira l'angolo, e nella trattativa per il rinnovo degli orari di lavoro si dimentica dell'importanza della famiglia chiudendo ogni spiraglio di "flessibilità intelligente" che - a costo zero per la banca - consentirebbe di gestire con un minimo di normalità fatti quotidiani e ordinari come accompagnare i figli a scuola, andarli a riprendere, accudire chi si ammala, e via dicendo.

Forse, il prossimo anno, più che la "giornata della mamma che lavora" dovremmo proclamare la "giornata della baby-sitter che è indispensabile".

venerdì 13 giugno 2008

Chi sta fuori, chi sta dentro



Dovevamo cacciarli dall'Italia, ci hanno (quasi) cacciato loro dall'Europa!

giovedì 12 giugno 2008

Le bugie di Stato sulle intercettazioni

Leggende spacciate per verità

di Luigi Ferrarella

Una sfilza di luoghi comuni, spacciati per verità, compromette la serietà della discussione sull’annunciato intervento legislativo sulle intercettazioni. Che siano «il 33% delle spese per la giustizia», come qualcuno ha cominciato a dire e tutti ripetono poi a pappagallo, è un colossale abbaglio: per il 2007 lo Stato ha messo a bilancio della giustizia 7 miliardi e 700 milioni di euro, mentre per le intercettazioni si sono spesi non certo 2 miliardi abbondanti, ma 224 milioni. Però è una leggenda ben alimentata. Si lascia credere il falso giocando sull’ambiguità del vero, cioè sul fatto che le intercettazioni pesano davvero per un terzo su un sottocapitolo del bilancio della giustizia: quello che sotto il nome di «spese di giustizia» ricomprende anche i compensi a periti e interpreti, le indennità ai giudici di pace e onorari, il gratuito patrocinio, le trasferte della polizia giudiziaria. Spese peraltro tecnicamente «ripetibili», cioè che lo Stato dovrebbe farsi rimborsare dai condannati a fine processo: ma riesce a farlo solo fra il 3 e il 7%, eppure su questa Caporetto della riscossione non pare si annuncino leggi-lampo.

«Siamo tutti intercettati» è altra leggenda che, alimentata da una bizzarra aritmetica «empirica», galleggia anch’essa su un’illusione statistica. Il numero dei decreti con i quali i gip autorizzano le intercettazioni chieste dai pm non equivale al numero delle persone sottoposte a intercettazione.

Le proroghe dei decreti autorizzativi sono infatti a tempo (15 o 20 giorni) e vanno periodicamente rinnovate; inoltre un decreto non vale per una persona ma per una utenza. Dunque il numero di autorizzazioni risente anche del numero di apparecchi o di schede usati dal medesimo indagato (come è norma tra i delinquenti).

«Le intercettazioni sono uno spreco» è vero ma falso, nel senso che è vero ma per due motivi del tutto diversi da quello propagandato. Costano troppo non perché se ne facciano troppe rispetto ad altri Paesi, dove l’apparente minor numero di intercettazioni disposte dalla magistratura convive con il fatto che lì le intercettazioni legali possono essere disposte (in un numero che resta sconosciuto) anche da 007, forze dell’ordine e persino autorità amministrative (come quelle di Borsa).

Invece le intercettazioni in Italia costano davvero troppo (quasi 1 miliardo e 600 milioni dal 2001) perché lo Stato affitta presso società private le apparecchiature usate dalle polizie; e in questo noleggio è per anni esistito un Far West delle tariffe, con il medesimo tipo di utenza intercettata che in un ufficio giudiziario poteva costare «1» e in un altro arrivava a costare «18». Non a caso Procure come la piccola Bolzano (costi dimezzati in un anno a parità di intercettazioni) o la grande Roma (meno 50% di spese nel 2005 rispetto al 2003 a fronte di un meno 15% di intercettazioni) mostrano che risparmiare si può. E già il ddl Mastella puntava a spostare i contratti con le società private dal singolo ufficio giudiziario al distretto di Corte d’Appello (26 in Italia).

L’altra ragione del boom di spese è che, ogni volta che lo Stato acquisisce un tabulato telefonico, paga 26 euro alla compagnia telefonica; e deve versare al gestore circa 1,6 euro al giorno per intercettare un telefono fisso, 2 euro al giorno per un cellulare, 12 al giorno per un satellitare. Qui, però, stranamente nessuno guarda all’estero, dove quasi tutti gli Stati o pagano a forfait le compagnie telefoniche, o addirittura le vincolano a praticare tariffe agevolate nell’ambito del rilascio della concessione pubblica.

«Proteggere la privacy dei terzi», nonché quella stessa degli indagati su fatti extra-inchiesta, non è argomento (anche quando sia agitato pretestuosamente) che possa essere liquidato con un’arrogante alzata di spalle. Ma è obiettivo praticabile rendendo obbligatoria l’udienza-stralcio nella quale accusa e difesa selezionano le intercettazioni rilevanti per il procedimento, mentre le altre vengono distrutte o conservate a tempo in un archivio riservato. E qui proprio i giornalisti dovrebbero, nel contempo, pretendere qualcosa di più (l’accesso diretto a quelle non più coperte da segreto e depositate alle parti) e accettare qualcosa di meno (lo stop di fronte alle altre).

Prima di dire poi che «le intercettazioni sono inutili»andrebbe bilanciato il loro costo con i risultati processuali propiziati. Ed è ben curioso che, proprio chi ha imperniato la campagna elettorale sulla promessa di «sicurezza» per i cittadini, preveda adesso di eliminare questo strumento che, per fare un esempio che non riguarda la corruzione dei politici, ha consentito la condanna di alcune delle più pericolose bande di rapinatori in villa nel Nord Italia, e ancora ieri ha svelato a Milano il destino di pazienti morti in ospedale perché inutilmente operati solo per spillare rimborsi allo Stato. Senza contare (c’è sempre del buffo nelle cose serie) che proprio Berlusconi ben dovrebbe ricordare come un anno fa siano state le intercettazioni, che ora vorrebbe solo per mafia e terrorismo, a «salvare» in extremis da un sequestro di persona il socio di suo fratello Paolo.

Ma il dato più ignorato, rispetto al ritornello per cui «le intercettazioni costano troppo», è che sempre più si ripagano. Fino al clamoroso caso di una di quelle più criticate per il massiccio ricorso a intercettazioni, l’inchiesta Antonveneta sui «furbetti del quartierino». Costo dell’indagine: 8 milioni di euro. Soldi recuperati in risarcimenti versati da 64 indagati per poter patteggiare: 340 milioni, alcune decine dei quali messi a bilancio dello Stato per nuovi asili. Il resto, basta a pagare le intercettazioni di tutto l’anno in tutta Italia.

10 giugno 2008 - Corriere della Sera

lunedì 9 giugno 2008

Il paradiso dei ladri di Stato


Giannelli, Corriere della Sera del 9 giugno.

Intercettazioni Kaput!



Lo SStatista del PDL ha deciso: cinque anni di carcere per i magistrati che intercettano, cinque per i giornalisti che pubblicano intercettazioni.
Il leader del PDsenzaL è ora incerto: interrompere il dialogo con lo SStatista per 30-36 ore per far vedere agli Italiani che lui è tremendamente contrario, o continuare dialogare per ridurre da 5 a 4 anni gli anni di carcere ai magistrati (magari, in cambio, ne concederà 8 per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni)? Ai post-democratici l'ardua sentenza.

Resta il fatto che le peggiori porcherie in Italia si fanno quando l'Italia pallonara è occupata da Europei, Mondiali di calcio e simili. Ricordate l'indimenticato decreto salvaladri? Luglio 1994, Italia in finale ai Mondiali USA. Due anni fa esatti l'indulto, ancora con l'Italia ai mondiali (vinti). Oggi si prospetta questa nuova pietra tombale sulla legalità, con l'Italia agli europei. L'Italia pallonara spera che porti bene, immagino: forza Olanda!

PS: Marco Travaglio, su l'Unità di domenica:
"...E poi, ci sono i reati finanziari, fiscali e contro la Pubblica amministrazione. Che poi sono quelli che Berlusconi, avendone commessi parecchi ed essendo tuttora imputato per tutte e tre le categorie penali, spera di rendere impossibili da scoprire e da punire (magari con una norma transitoria che renda inutilizzabili le intercettazioni sin qui realizzate, tipo quella tra lui e Saccà per cui è imputato a Napoli per corruzione). Siccome nessuno li confessa spontaneamente, l’unico modo per smascherarli è intercettare chi è sospettato di commetterli. D’ora in poi sarà proibito: non commetterli, ma scoprirli. Così i miliardi di euro che ora lo Stato recupera ogni anno dai processi per bancarotta, falso in bilancio, corruzione, concussione, frode fiscale, aggiotaggio (solo dalle intercettazioni dei furbetti del quartierino, la Procura di Milano e Clementina Forleo hanno recuperato quasi 1 miliardo di euro) resteranno nelle tasche dei criminali. Chissà che ne dice Robin Hood Tremonti."

sabato 7 giugno 2008

Mark Knopfler a Roma, 6 giugno 2008


Dal sito del tastierista della band, guyfletcher.com:
As I mentioned above it was a great show, great crowd as always for Rome. However, as feared despite the pre-show announcement, there were a lot of fans filming and Mark felt the need to have a brief word 40 minutes into the show but of course very few took a blind bit of notice and there were many fans unceremoniously ejected for not heeding the warnings. In the car after the show Mark did say that the show could have been a lot better were it not for the distractions. Definitely the worst audience so far in that respect.

In ogni caso, il concerto è stato incantevole. Difficile immaginarlo migliore!

giovedì 5 giugno 2008

Il potere degli stereotipi


Da una conferenza sugli "stereotipi di genere" organizzata dall' Associazione Donne della Banca d'Italia arriva una notizia interessante: già dall'età delle scuole elementari i bambini pugliesi hanno fatto propri gran parte degli stereotipi di genere sull'altro sesso. Il più illuminante? "Addomestiche" (riferito dai bambini alle bambine), sapiente crasi tra "domestiche" (ossia, pertinenti alla casa) e "addomesticate" (rese docili).

Purtroppo, il taglio della conferenza è stato un po' troppo accademico, sia per lo spazio angusto riservato allo scambio di idee con le partecipanti, sia per una disamina del problema eccessivamente incentrata sulle sue caratteristiche nelle diverse fasi evolutive della personalità (infanzia, scuola, lavoro, vita pubblica, ecc.).

Qualcosa di interessante è stato detto, tuttavia (e mostrato, come la foto della ministra spagnola della difesa nel secondo governo Zapatero). Ad esempio, che di uno stereotipo conta - ancor più che la sua fondatezza - l'uso che ne viene fatto. Ecco, è questo il vero tema: che uso si fa degli stereotipi? A cosa servono? A quali interessi sono funzionali? Una partecipante ha chiesto: come se ne esce? A me pare chiaro che per poterne uscire bisogna capire bene come ci si è entrati. Chi ha costruito quel recinto. Chi lo manutiene con tanta cura. E soprattutto, sarebbe utile trovare le analogie con altri recinti che vanno per la maggiore: di razza, di condizione sociale, di orientamenti religiosi e sessuali, persino di stato anagrafico (i post '93 in Banca d'Italia!!). Lo stereotipo che assurge a "norma" di comportamento nella società è pericolosissimo. Stabilisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ciò che è "naturale" (ah!, il diritto naturale!) da ciò che, evidentemente, è contro-natura. Ciò che è "normale" dai comportamenti "devianti".
Lo stereotipo è uno strumento di costituzione e conservazione del potere.

Ecco, il fatto che questi temi siano stati affrontati solo in parte mi ha preoccupato non poco: non sarà mica che non ci si accorge più tanto dei recinti in cui ci hanno rinchiuso?

mercoledì 4 giugno 2008

La verità sul pericolo De Magistris




DE MAGISTRIS, PROCURA SALERNO: GRAVI INGERENZE IN SUO LAVORO…

(Agi) - "Il contesto giudiziario in cui si e' trovato ad operare il pm Luigi De Magistris negli anni della sua permanenza a Catanzaro appare connotato da un'allarmante commistione di ruoli e fortemente condizionato dal perseguimento di interessi extragiurisdizionali, anche di illecita natura". Lo afferma la Procura della Repubblica di Salerno, nel provvedimento con cui ha chiesto l'archiviazione nei confronti di De Magistris, sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, nell'ambito dell'inchiesta avviata nei suoi confronti su denuncia di magistrati e altri soggetti coinvolti nell'inchiesta "Toghe lucane", di cui il pm in servizio nel capoluogo e' titolare.

L'inchiesta e' stata condotta dal Reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Salerno, titolari il procuratore della Repubblica di Salerno, Luigi Apicella, e il sostituto procuratore Gabriella Nuzzi. Proprio oggi, il procuratore Apicella e' stato a Catanzaro, dove ha ascoltato il procuratore generale di Catanzaro, Enzo Iannelli. I magistrati titolari dell'inchiesta evidenziano nel provvedimento di richiesta di archiviazione "la pressante attivita' di interferenza alle indagini posta in essere dai vertici della Procura della Repubblica di Catanzaro, e resasi sempre piu' manifesta con il progressivo intensificarsi delle investigazioni da parte del pm De Magistris. Alle continue ingerenze sull'attivita' inquirente e' risultata connessa, secondo una singolare cadenza cronologica - e' scritto ancora nel provvedimento - la trasmissione di continue denunce e segnalazioni agli organi disciplinari ed alla Procura di Salerno".

DE MAGISTRIS, VERIFICHE SALERNO SU PERQUISIZIONI A GIORNALISTI…
(Agi) - La Procura di Salerno sta vagliando "l'ipotesi investigativa della indebita strumentalizzazione di attivita' di indagine coordinate dalle Procure di Matera e di Catanzaro nei confronti di collaboratori di polizia giudiziaria e di giornalisti di cronaca giudiziaria". La notizia e' contenuta nel provvedimento con cui la stessa Procura di Salerno ha chiesto l'archiviazione per il sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris. Di fatto, secondo la Procura campana, collaboratori di polizia giudiziaria e giornalisti di cronaca giudiziaria sarebbero stati coinvolti strumentalmente in inchieste condotte dalle Procure di Matera e Catanzaro, subendo anche perquisizioni.

Tra i giornalisti perquisiti, su ordine della Procura di Matera, risultano: Carlo Vulpio, inviato del Corriere della Sera; Gian Loreto Carbone, inviato della trasmissione Rai "Chi l'ha visto"; Nicola Piccenna, giornalista del settimanale “Il Resto”; Nino Grilli, direttore de "Il Resto"; Manuele Grilli, editore dello stesso settimanale. A loro era stato contestato, in concorso con il capitano dei carabinieri Pasquale Zacheo, il reato di associazione per delinquere finalizzata alla diffamazione. Altra giornalista coinvolta nelle indagini, questa volta della Procura di Catanzaro, e' Chiara Spagnolo, del Quotidiano della Calabria, a cui era stato contestato, tra l'altro, il reato di divulgazione di atti coperti da segreto, subi' una perquisizione su ordine della Procura di Catanzaro.

domenica 1 giugno 2008

Gli equivoci finali del Governatore


Innanzitutto, la crescita. La crescita. La crescita. Il governatore Draghi ha citato "la crescita" 13 volte in 18 pagine di testo, spesso senza nemmeno specificare crescita di che cosa: la crescita è diventato un mantra. E invece, sarebbe bene specificare che la crescita non è sempre positiva.
Basta pensare a Napoli: lì la crescita è la crescita dell'immondizia, che non è una bella cosa, specie se poi viene fronteggiata da misure di legge che sono anch'esse immondizia, come pare stia per dichiarare l'Europa (per gli aspetti ambientali) e come hanno già dichiarato illustri costituzionalisti, magistrati e intellettuali per quanto riguarda il sovvertimento delle regole costituzionali sulla competenza giudiziaria. Insomma, immondizia contro immondizia, non finirà bene.
Se poi si ritiene che Napoli non c'entri, si potrebbe rammentare al governatore Draghi il famoso "discorso sulla ricchezza delle nazioni" di Robert Kennedy (ossia, il discorso sulla crescita): "il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. ... Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta."

Al di là del mantra della crescita, l'altro enorme "equivoco finale" riguarda il consenso unanime ricevuto dal governatore.
Dal PDL esultano: "è il nostro programma!", e deve essere proprio vero, visto che dal PD(senza L) giudicano la relazione nientemeno che "perfetta" ed "ecumenica". E se la Marcegaglia evidenzia la "sintonia perfetta" tra governatore e Confindustria, ecco spuntare la soddisfazione congiunta di Epifani e Montezemolo, di Bonanni e Polverini. Insomma, la politica gode, le parti sociali si abbracciano e anche pregiudicati, condannati, inquisiti e indagati apprezzano assai: Geronzi ("relazione assolutamente positiva"), Romiti ("relazione precisa"), Scaroni ("siamo sulla buona strada"), per non parlare ovviamente di Lui, San Silvio ("considerazioni veramente utili").
Insomma, gaudium magnum!
Ora, in un mondo normale, cotanta coesione produrrebbe immediate conseguenze operative, provvedimenti di legge coerenti sostenuti da tutto il parlamento, nella più totale pace sociale. Ma non vedremo nulla di tutto questo. Come ai matti si dice "sì, sì" per non indispettirli, e semmai ci si allontana con una certa fretta, anche qui tutti omaggiano e scappano via.
Come dargli torto? Nell'ultima parte della relazione, Draghi ha ricordato che i protagonisti della ripresa devono essere i giovani, "mortificati da un'istruzione inadeguata, da un mercato del lavoro che li discrimina a favore dei più anziani, da un'organizzazione produttiva che non premia il merito". Ai vegliardi della Casta politica-sociale-economica, inamovibili a dispetto di spaventosi fallimenti, devono essere fischiate le orecchie.

Ps. Si spera siano fischiate anche al Direttorio della Banca d'Italia, se solo si guarda all'organizzazione del lavoro e alle prospettive offerte ai meno anziani...