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giovedì 31 luglio 2008

La strana malattia del Dottor Morte

dal sito www.19luglio1992.com

Come ha insegnato il medoto Previti-Dell'Utri: tirare alle lunghe il processo, perchè: la prescrizione è una garanzia, le carte possono perdersi o prendere fuoco, i testimoni ed i giudici possono morire. Inoltre se si è avanti con l'età il tirarla alla lunghe garantisce poi di denunciare un "accanimento" contro un povero anziano!
Se vieni comunque condannato e scatta la detenzione in carcere (anche per gravissimi reati, naturalmente e soprattutto!) iniziare uno sciopero della fame ad oltranza, affermando che il cibo non è compatibile con la vostra dieta...
Una volta che state male, il vostro legale e familiari, possibilmente con giornalisti e politici (questi sono sempre disponibili davanti alle "colpe" dei giudici che condannano), lancino appelli alla grazia per ragioni umanitarie. Si punti soprattutto su: non si può far morire un uomo in carcere, così anche per chi è condannato all'ergastolo si possono aprire le porte della libertà, lo ha detto anche un Ministro della Giustizia - con sua moglie - "Non si può vedere morire qualcuno in carcere!".
Se non dovesse funzionare, magari perché cade il Governo con il Ministro della Giustizia "più vicino ai detenuti che ai magistrati", insistete, non datevi per vinti e puntate su un fatto: le carceri sono sovraffollate e soprattutto insistere che il detenuto sta molto male (naturalmente omettere di dire che si rifiuta di mangiare).

Tenta una, due, tre volte, si passi a chiedere non più la "grazia" ma il diritto all'eutanasia. Qui attenzione, deve essere una proposta mordi e fuggi, non sia mai che dovesse venire accolta. Ed intanto si chieda la revisione del processo, con ricusazione anticipata dei giudici.
Quando questi rigetteranno la richiesta di revisione e la Cassazione conferma, urlate al complotto delle toghe politicizzate (rosse o nere, a seconda del caso), accusate la magistratura di essere politicizzata, e poi potete sempre ricordare che voi avevate anticapatamente presentato "ricusazione" dei giudici. Se non siete il Presidente del Consiglio, della Repubblica, del Senato o della Camera, non vi preoccupate... troverete la loro solidarietà anche se non possono applicare al vostro caso il "lodo" (ma c'è sempre speranza!)

Intanto procedete una volta alla settimana a richiedere al Tribunale di Sorveglianza il deferimento della pena per ragioni di salute. Ad ogni scarcerazione e trasferimento in Ospedale denunciate pubblicamente il complotto dei "medici" (e la certa manomissione delle attrezzature utilizzate per le analisi) che dichiarano che non ci siano pericoli di vita e che non vi è incompatibilità con la detenzione carceraria.

Andate avanti così, prima o poi qualcuno ci cade....

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