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mercoledì 18 giugno 2008

Peppino Basile. Un-fit al modello Fitto


da repubblica.it

"Come al solito con questo provvedimento volete dare le consulenze agli amici e agli amici degli amici. Ma questa volta non ve la faccio passare. La delibera è illegittima. Mi denunciate perché dico queste cose? Allora io mando le carte al prefetto e vediamo chi ha ragione". Così parlava quattro giorno fa, 11 giugno, Peppino Basile nel corso dell'ultimo consiglio comunale. Così parlava da trent'anni, da quando aveva cominciato a fare politica, prima nel Movimento sociale e poi nell'Italia dei valori, da consigliere comunale a Ugento e da un paio d'anni anche da consigliere provinciale a Lecce.


Le sue parole sono appese ancora lì, accanto alle fotografie della campagna elettorale (era il sesto nella lista alla Camera dell'Italia dei Valori), sulle finestre del suo comitato elettorale in via Messapica. "La vostra fiducia - diceva ai suoi cittadini - mi consente di continuare quell'impegno senza sosta a tutela e difesa dei vostri interessi, da sistemi fondati sul clientelismo e favoritismo che noi tutti conosciamo al fine di garantire legalità, trasparenza e diritti per tutti".

"Peppino era il classico rompiscatole" racconta il suo parlamentare di riferimento, Pierfelice Zazzera, appena eletto nelle liste del partito di Di Pietro. "Spulciava le carte, era attento a tutto, non gli sfuggiva niente, impossibile fregarlo". Lo confermano tutti in paese: "Un combattivo. Senza vergogna e senza paura", dice Gianfranco Coppola, poliziotto, suo collega in consiglio comunale dell'Italia dei Valori. "Se c'era una cosa che non gli andava, dove vedeva del marcio, una cosa ingiusta per la città, lui denunciava. Nell'ultimo periodo mi aveva anche detto che voleva lasciare, più che stanco era disilluso. E poi me lo diceva sempre: se vado avanti così, da solo, fino alla fine mi ammazzano".

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