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lunedì 16 giugno 2008

Lettera a l'Unità - Arrestateci tutti!


Dopo articolo di Marco di ieri "Arrestateci tutti", che terminava così....
Personalmente, annuncio fin d'ora che continuerò a informare i lettori senza tacere nulla di quel che so. Continuerò a pubblicare, anche testualmente, per riassunto, nel contenuto o come mi gira, atti d'indagine e intercettazioni che riuscirò a procurarmi, come ritengo giusto e doveroso al servizio dei cittadini. Farò disobbedienza civile a questa legge illiberale e liberticida. A costo di finire in galera, di pagare multe, di essere licenziato. Al primo processo che subirò, chiederò al giudice di eccepire dinanzi alla Consulta e alla Corte europea la illegittimità della nuova legge rispetto all'articolo 21 della Costituzione e all'articolo 10 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo e le libertà fondamentali ("Ogni persona ha diritto alla libertà d'espressione. Tale diritto include la libertà d'opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche…", con possibili restrizioni solo in caso di notizie "riservate" o dannose per la sicurezza e la reputazione). Mi auguro che altri colleghi si autodenuncino preventivamente insieme a me e che la Federazione della Stampa, l'Unione Cronisti, l'associazione Articolo21, oltre ai lettori, ci sostengano in questa battaglia di libertà. Disobbedienti per informare. Arrestateci tutti.

... l'Unità pubblica oggi la seguente lettera....
Caro Direttore,
nel ringraziare Marco Travaglio e tutti voi dell'Unità per la coraggiosa battaglia contro l'infame legge "sulle intercettazioni", propongo al governo di estendere le ipotesi di arresto ad una categoria attualmente non contemplata, ma pericolosissima: i lettori.

In applicazione dello spirito della legge, andrebbero infatti arrestati anche quelli che si ostinano a cercare notizie su giornali e internet, che affollano le presentazioni dei libri del suddetto Travaglio e di altri giornalisti, finendo col farsi veicolo loro stessi, nelle conversazioni in famiglia o con gli amici, delle copiose informazioni di cui vengono a conoscenza. Tutte, non c'è nemmeno bisogno di dirlo, coperte da segreto.

E poi, diciamola tutta, non vorremmo proprio separarci dalle nostre fonti di informazione, che per un cittadino degno di tal nome valgono quanto il pane quotidiano. Avremmo sicuramente più notizie da un Travaglio in carcere che da tanti barboncini e maggiordomi spensieratamente accomodati alla direzione dei Tg.

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