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sabato 14 giugno 2008

I Draghi, i bambini e le babysitter



Ma che bravo, Draghi! Ma com'è umano, Draghi! Molti colleghi sono ancora sotto ipnosi per aver visto materializzarsi la carezza del Governatore sulla testolina dei loro bambini, alla recente "giornata della mamma che lavora" tenutasi in Banca d'Italia (sorvoliamo ovviamente sulla copiosa richiesta di autografi da parte dei piccoli, indotti da genitori in stato di venerazione).


[La giornata ha avuto certamente dei riscontri positivi: per molti bambini non c'è più l'immagine inquietante del genitore che quando va a lavoro viene risucchiato in un misteriosissimo buco nero. Ci sono sedie reali, tavoli e stanze reali, computer reali e soprattutto colleghi in carne ed ossa. Quando adesso i piccoli parlano della banca, ne parlano come qualcosa di vero, più che se parlassero dell'Isola di Gorm.]

Tornando a Draghi, però, lascia allibiti la logica di immagine pura che ne guida le scelte: appare all'incontro con i figli, fa le foto con i bimbi, firma autografi pure sui palloncini, fa un bel discorsetto sul grande contributo delle mamme che lavorano, e poi?

Poi gira l'angolo, e nella trattativa per il rinnovo degli orari di lavoro si dimentica dell'importanza della famiglia chiudendo ogni spiraglio di "flessibilità intelligente" che - a costo zero per la banca - consentirebbe di gestire con un minimo di normalità fatti quotidiani e ordinari come accompagnare i figli a scuola, andarli a riprendere, accudire chi si ammala, e via dicendo.

Forse, il prossimo anno, più che la "giornata della mamma che lavora" dovremmo proclamare la "giornata della baby-sitter che è indispensabile".

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