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giovedì 5 giugno 2008

Il potere degli stereotipi


Da una conferenza sugli "stereotipi di genere" organizzata dall' Associazione Donne della Banca d'Italia arriva una notizia interessante: già dall'età delle scuole elementari i bambini pugliesi hanno fatto propri gran parte degli stereotipi di genere sull'altro sesso. Il più illuminante? "Addomestiche" (riferito dai bambini alle bambine), sapiente crasi tra "domestiche" (ossia, pertinenti alla casa) e "addomesticate" (rese docili).

Purtroppo, il taglio della conferenza è stato un po' troppo accademico, sia per lo spazio angusto riservato allo scambio di idee con le partecipanti, sia per una disamina del problema eccessivamente incentrata sulle sue caratteristiche nelle diverse fasi evolutive della personalità (infanzia, scuola, lavoro, vita pubblica, ecc.).

Qualcosa di interessante è stato detto, tuttavia (e mostrato, come la foto della ministra spagnola della difesa nel secondo governo Zapatero). Ad esempio, che di uno stereotipo conta - ancor più che la sua fondatezza - l'uso che ne viene fatto. Ecco, è questo il vero tema: che uso si fa degli stereotipi? A cosa servono? A quali interessi sono funzionali? Una partecipante ha chiesto: come se ne esce? A me pare chiaro che per poterne uscire bisogna capire bene come ci si è entrati. Chi ha costruito quel recinto. Chi lo manutiene con tanta cura. E soprattutto, sarebbe utile trovare le analogie con altri recinti che vanno per la maggiore: di razza, di condizione sociale, di orientamenti religiosi e sessuali, persino di stato anagrafico (i post '93 in Banca d'Italia!!). Lo stereotipo che assurge a "norma" di comportamento nella società è pericolosissimo. Stabilisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ciò che è "naturale" (ah!, il diritto naturale!) da ciò che, evidentemente, è contro-natura. Ciò che è "normale" dai comportamenti "devianti".
Lo stereotipo è uno strumento di costituzione e conservazione del potere.

Ecco, il fatto che questi temi siano stati affrontati solo in parte mi ha preoccupato non poco: non sarà mica che non ci si accorge più tanto dei recinti in cui ci hanno rinchiuso?

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