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domenica 1 giugno 2008

Gli equivoci finali del Governatore


Innanzitutto, la crescita. La crescita. La crescita. Il governatore Draghi ha citato "la crescita" 13 volte in 18 pagine di testo, spesso senza nemmeno specificare crescita di che cosa: la crescita è diventato un mantra. E invece, sarebbe bene specificare che la crescita non è sempre positiva.
Basta pensare a Napoli: lì la crescita è la crescita dell'immondizia, che non è una bella cosa, specie se poi viene fronteggiata da misure di legge che sono anch'esse immondizia, come pare stia per dichiarare l'Europa (per gli aspetti ambientali) e come hanno già dichiarato illustri costituzionalisti, magistrati e intellettuali per quanto riguarda il sovvertimento delle regole costituzionali sulla competenza giudiziaria. Insomma, immondizia contro immondizia, non finirà bene.
Se poi si ritiene che Napoli non c'entri, si potrebbe rammentare al governatore Draghi il famoso "discorso sulla ricchezza delle nazioni" di Robert Kennedy (ossia, il discorso sulla crescita): "il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. ... Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta."

Al di là del mantra della crescita, l'altro enorme "equivoco finale" riguarda il consenso unanime ricevuto dal governatore.
Dal PDL esultano: "è il nostro programma!", e deve essere proprio vero, visto che dal PD(senza L) giudicano la relazione nientemeno che "perfetta" ed "ecumenica". E se la Marcegaglia evidenzia la "sintonia perfetta" tra governatore e Confindustria, ecco spuntare la soddisfazione congiunta di Epifani e Montezemolo, di Bonanni e Polverini. Insomma, la politica gode, le parti sociali si abbracciano e anche pregiudicati, condannati, inquisiti e indagati apprezzano assai: Geronzi ("relazione assolutamente positiva"), Romiti ("relazione precisa"), Scaroni ("siamo sulla buona strada"), per non parlare ovviamente di Lui, San Silvio ("considerazioni veramente utili").
Insomma, gaudium magnum!
Ora, in un mondo normale, cotanta coesione produrrebbe immediate conseguenze operative, provvedimenti di legge coerenti sostenuti da tutto il parlamento, nella più totale pace sociale. Ma non vedremo nulla di tutto questo. Come ai matti si dice "sì, sì" per non indispettirli, e semmai ci si allontana con una certa fretta, anche qui tutti omaggiano e scappano via.
Come dargli torto? Nell'ultima parte della relazione, Draghi ha ricordato che i protagonisti della ripresa devono essere i giovani, "mortificati da un'istruzione inadeguata, da un mercato del lavoro che li discrimina a favore dei più anziani, da un'organizzazione produttiva che non premia il merito". Ai vegliardi della Casta politica-sociale-economica, inamovibili a dispetto di spaventosi fallimenti, devono essere fischiate le orecchie.

Ps. Si spera siano fischiate anche al Direttorio della Banca d'Italia, se solo si guarda all'organizzazione del lavoro e alle prospettive offerte ai meno anziani...

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